Neonate ossessioni


Il sole era tramontato all’improvviso. Intorno un buio denso, privo di ombre.
Si sentivano solo i rumori che in realtà non erano rumori, ma vibrazioni, movimenti dell’aria, piuttosto.
Se queste vibrazioni fossero state in un castello, sarebbero state il respiro del fantasma, ovvero il respiro del castello, ma non era un castello il luogo di tale e profonda oscurità. Tutto era ermetico ai sensi, tranne che all’udito e quello che le orecchie recepivano erano solo queste lievi vibrazioni provenienti chissà da dove.
Il buio rendeva più nitidi i suoni ma la paura impediva di tendere l’orecchio per capirne l’origine.
Anche il tatto prese vita, ma ciò che era sensibile al tatto erano soltanto delle gambe, delle braccia, un viso, dei capelli e quelle orecchie che sole tastavano il buio. Non sapeva cosa chiedersi, cosa rispondersi, ma era certo che qualcosa stava accadendo. Quando toccò i piedi, sospesi in aria al di sopra della testa, si spaventò: lui era il mostro, e suoi erano i respiri, le vibrazioni ? All’improvviso anche il senso della voce si destò, cominciò ad urlare. Si sentì sbattere una porta, passi che correvano, una fiammata di luce illuminò la stanza. Era la sua prima notte nella culla. 

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