Ditemi che è viva


Eravamo in terapia intensiva. Io da un lato e lei accanto. Sentivo un rantolo. Mi chiesi chi fosse. Con un filo di voce mi disse: “L’Italia”.
Mi aveva letto nel pensiero perché io non le avevo chiesto chi fosse, dato che ero in coma.
Pensai a quella che vidi un tempo attaccata alle pareti, di cui ti fanno notare la forma a stivale. Poi pensai a quella dei Romani e del suo Impero. Ma mi venne in mente ancor più vivida l’immagine della cattedrale di Firenze e la Mole Antonelliana.
E in quel rantolo c’erano le voci dialettali, le z con la lisca, la c aspirata, la s che sa di z. La creatività, la voglia di fare ma soprattutto la grande capacità. Unica al mondo.
C’era la pacca sulla spalle e le mani che parlano con il loro gesticolare. C’erano Giordano Bruno e Galileo, roghi e ingiurie. Attuali ed eterne.
C’era un popolo che è morto.
Non sento più il rantolo.
Forse sono morta, ecco perchè non lo sento…sì ditemi che sono io ad essere morta e che Lei è ancora viva.


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